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«Il jazz non è né un repertorio specifico né un esercizio accademico ... ma un modo di vivere» LESTER BOWIE

martedì 16 luglio 2013

JAZZ NORDICO --- Lars Danielsson - Party On The Planet

La penisola scandinava, prolifica terra di grandi contrabbassisti quali Palle Danielsson, Arild Andersen, Anders Jormin e Pekka Sarmanto, annovera anche Lars Danielsson (nato il 5 settembre 1958 a Göteborg, Svezia) che vi occupa un posto di rilievo, artista ammirato nel mondo del jazz soprattutto per il suo modo di suonare lirico, ma ricco di "groove". Lars è anche un delizioso violoncellista oltre che eccellente compositore ed arrangiatore. Nei venti anni di esistenza, il quartetto originale di Lars Danielsson, composto da colossi come Dave Liebman, Bobo Stenson e Jon Christensen ha raccolto innumerevoli consensi e riconoscimenti. Ora questo gruppo rinasce con alcuni dei musicisti più interessanti della scena europea attuale. È musica che non concede tregua, magica, che si affida alla ricerca di atmosfere che vogliono sorpassare gli schemi, una miscela di jazz e ritmi folk, indirizzata verso nuovi orizzonti fatti di suoni campionati, "ambient" e musica classica. Una volta in più il jazz europeo si dimostra maturo, originale, affrancato completamente dagli stilemi americani e degno di estrema attenzione. Una coincidenza felice può spesso portare a risultati straordinari. Nessuno avrebbe potuto prevedere che Lars Danielsson e il pianista armeno Tigran Hamasyan si sarebbero accoppiati per formare un nuovo duo da sogno, nella scena jazz europea, quando i due musicisti suonarono il loro primo concerto assieme, solo una settimana prima delle registrazioni programmate per il CD "Liberetto". Era chiaro fin dalla prima nota che due anime gemelle musicali avevano trovato l'altra e, nonostante la coincidenza, il risultato del loro incontro è stato ancora più intenso. Lars Danielsson dice: "Tigran vede la mia musica esattamente come la vedo io e compone musica proprio come farei io. Per esempio la sua versione di "Svensk Låt" suona più svedese della mia. È stato semplicemente fantastico registrare questo album con lui". Su "Liberetto" Lars Danielsson rimane fedele al suo linguaggio musicale, con melodie spesso malinconiche, sempre alla ricerca di nuovi spazi musicali e di un innato senso di lirismo. Tuttavia, qui si compie un ulteriore passo in avanti. "Liberetto" è più intenso e più interattivo rispetto ad altri album di Danielsson, dovuto al fatto che questa volta ha a che fare con i musicisti con cui ha inciso l'album. Oltre a Tigran (la cui tecnica di espressione è così meravigliosa da fargli vincere, da adolescente, il "Thelonious Monk Jazz" sotto la presidenza di Herbie Hancock e nel 2002 il terzo premio al "Martial Solal International Jazz Piano Competition" di Parigi) finalmente si avvera il desiderio di lunga data di Danielsson: lavorare con l'ex batterista dell' Esbjörn Svensson Trio (E.S.T.), Magnus Öström. Il chitarrista inglese John Parricelli, con il suo stile meravigliosamente sottile, è una vecchia conoscenza e Arve Henriksen, che ha sempre dimostrato la sua posizione nella grande tradizione dei trombettisti lirici scandinavi, appare solo come musicista ospite su cinque brani dei dodici complessivi. MUSICISTI Lars Danielsson - contrabbasso, violoncello (anche pianoforte Wurlitzer in "Party On The Planet") Tigran Hamasyan - pianoforte (anche voce in "Hov Arek Sarer Djan") Magnus Öström - batteria e percussioni John Parricelli - chitarra Arve Henriksen - tromba in "Yerevan", "Day One", "Hymnen", "Ahdes Theme" e "Blå Ängar" Casa discografica - ACT Music Stile - Modern Jazz ULTERIORI INFORMAZIONI SU "LIBERETTO" E SUI MUSICISTI Öström ha anche allargato lo spettro musicale e secondo Danielsson è stata la scelta migliore perché è stata una fonte di ispirazione apportando diverse idee nuove e interessanti al progetto. Non a caso la sua musica spesso presenta elementi comuni con l' E.S.T., come chiaramente dimostrato in "Svensk Låt", che è stato sorprendentemente composto da Tigran. In questo brano Öström riaccende l'energia del trio di maggior successo degli ultimi vent'anni. Con questa formazione Danielsson dipinge delle immagini bellissime ed emozionanti con una tavolozza completamente nuova. Alcuni pezzi sono arricchiti dalla musica popolare armena, come "Hov Arek Sarer Djan", talvolta sono esteticamente allegri come "Party On The Planet" e altre volte misteriosamente eterei come "Hymnen".

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